Domenica 8 settembre si rinnova in Duomo la tradizione dell’ostensione dell’antico tesoro pratese, la reliquia più preziosa della città, in occasione dei festeggiamenti e del corteo storico per la giornata dedicata alla Beata Vergine
Occorrono ben tre chiavi per aprire la custodia del Sacro Cingolo di Prato, la cintura di lana appartenuta alla Vergine Maria che l’8 settembre di ogni anno viene mostrata dal pulpito della Cattedrale di Santo Stefano. Cittadini e pellegrini si raccolgono sempre numerosi in piazza del Duomo, ampliata dal Comune con importanti demolizioni dalla fine del Duecento, proprio per accogliere chiunque giungesse in città a venerare la preziosa reliquia.
La Storia, Il Culto, L’arte
La cintola è una sottile striscia di lana – quasi a presagire l’importanza del tessile su cui Prato poi fondò il suo sviluppo e la sua fortuna nei secoli – verde, finissima, lunga 87 centimetri, broccata in fili d’oro, che cingeva la vita della Madonna. Oggi è conservata nella cappella della prima campata sinistra del Duomo in un reliquiario in cristallo di rocca realizzato dal maestro orafo Giampaolo Babetto nel 2008 per permetterne la migliore protezione e conservazione. La reliquia già nel Medioevo veniva mostrata con orgoglio a papi, principi e personaggi insigni.
La tradizione narra che fu consegnata dalla Madonna a San Tommaso al momento dell’Assunzione in cielo e il santo la diede a un sacerdote. La Cintola passò di mano in mano tra i discendenti del sacerdote, fino a quando il mercante pratese Michele, in pellegrinaggio a Gerusalemme, si innamorò di Maria, discendente del sacerdote, e la ricevette come dono di nozze. Dopo il ritorno in patria, avvenuto intorno al 1141, Michele custodì con cura il prezioso oggetto fino a quando, in punto di morte, non lo cedette al proposto della pieve di Santo Stefano (1171), l’odierna cattedrale.
Il ruolo della Sacra Cintola per lo sviluppo dell’arte a Prato risultò decisivo: se si pensa alla cattedrale, Donatello e Michelozzo realizzarono il pulpito sulla facciata, luogo dal quale ancora oggi, attraverso un passaggio situato tra la vecchia facciata “nascosta” e quella attualmente visibile dall’esterno, si espone al popolo la reliquia. Ha segnato l’opera di Filippo Lippi, grande rappresentante, al pari di Paolo Uccello, dell’Officina Pratese, autore degli affreschi della cappella maggiore, esempio di punta della storia dell’arte rinascimentale. E, ancora, gli affreschi di Agnolo Gaddi nella cappella che ancora oggi custodisce la Cintola. Infine, da ricordare la più antica narrazione pittorica di questa storia a opera di Bernardo Daddi risalente al 1337 e oggi custodita nel Museo di Palazzo Pretorio, dove si può ammirare.
Narrazioni, tra Verita’ e Leggenda: amore e furto
La Sacra Cintola è stata protagonista di vere e proprie leggende e racconti molto particolari, sospese tra romanzo e realtà storica.
Come, ad esempio, il furto compiuto da Giovanni di ser Laudetto, noto come Musciattino. Musciattino rubò la preziosa reliquia il 28 luglio 1312 ma una volta uscito da Prato, si perse nella nebbia che avvolgeva la campagna circostante e, senza rendersene conto, si ritrovò al punto di partenza. Convinto di aver varcato i confini di Pistoia gridò alle porte della città: “Aprite, aprite Pistoiesi: ho la Cintola de’ Pratesi!”. Venne così catturato e condannato al taglio della mano destra, dopodiché fu legato alla corda di un asino e condotto sul greto del Bisenzio, dove venne arso vivo e gettato nel fiume. Stando alla tradizione, si racconta che dopo il taglio della mano la folla infuriata avesse scagliato l’arto contro la cattedrale, lasciando una macchia di sangue della forma della mano su una pietra dell’edificio; un segno visibile ancora oggi, sulla pietra di marmo dell’angolo in alto a sinistra dello stipite della porta presente sul fianco destro del duomo.
Un’altra storia legata alla Sacra Cintola, seppur indirettamente, riguarda Filippo Lippi, che proprio approfittando della confusione e della gran folla raccolta in occasione dell’ostensione della Sacra Cintola riuscì a fuggire con la suora di cui si innamorò. Giunto a Prato nel 1452 sotto la protezione dei Medici per realizzare gli affreschi della cappella maggiore di Santo Stefano, Lippi quattro anno dopo fu nominato cappellano del monastero pratese di Santa Margherita. Qui venne incaricato di realizzare una pala raffigurante la celebre scena della Madonna che consegna la Sacra Cintola a San Tommaso. Per realizzare il volto di Santa Margherita, il pittore chiese alla badessa una suora come modella e fu scelta la bellissima Lucrezia Buti, ventenne, figlia del fiorentino Francesco Buti e di Caterina Ciacchi, nonché monaca contro la propria volontà. Il giorno delle celebrazioni per l’ostensione della Sacra Cintola, Lippi, con un finto rapimento, portò Lucrezia nella sua casa pratese. Nonostante lo scandalo e le pressioni della famiglia Buti, Lucrezia rimase a vivere con l’artista, finché nel 1461 papa Pio II, grazie all’intercessione di Cosimo de’ Medici, sciolse dai voti i due, che tuttavia non si sposarono mai ma ebbero due figli: Filippino Lippi nel 1457 e, nel 1465, Alessandra.
Nei secoli la sacra reliquia è stata venerata da principi e imperatori, santi, vescovi e papi. Giovanni Paolo II la venerò il 19 marzo 1986 durante la sua visita a Prato. In occasione del VI centenario della traslazione, la Sacra Cintola è stata venerata dal Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, dai vescovi della Toscana riuniti in conferenza e da oltre trentamila fedeli. Papa Francesco ha venerato a reliquia nella sua visita a Prato il 10 novembre 2015.
Il Programma della Cerimonia dell’8 Settembre
I festeggiamenti dell’8 settembre inizieranno alle 10,30 quando il Gonfalone del Comune di Prato con la rappresentanza comunale parteciperà al Solenne Pontificale presieduto da monsignor Giuseppe Mani, arcivescovo emerito di Cagliari, e concelebrato dal vescovo di Prato Giovanni Nerbini e dal clero diocesano. Al termine della celebrazione, seguirà sul sagrato della Cattedrale di Santo Stefano la cerimonia della “Consegna dei ceri del Comune di Prato alla cappella della Cintola”.
L’ostensione della Sacra Cintola è il momento più simbolico e solenne di una giornata, quella dell’8 settembre, natività della Beata Vergine Maria, caratterizzata dal famoso corteggio storico che vede sfilare sedici gruppi storici in costume, con figuranti provenienti da tutta Italia. Dalle ore 20 il Gonfalone del Comune di Prato, salutato dai rintocchi della campana di Palazzo Pretorio “La Risorta”, uscirà da Palazzo Comunale con la sindaca Ilaria Bugetti, tutte le autorità e le rappresentanze delle città gemellate e si muoverà per le vie della città per ricongiungersi in Piazza Duomo dove gli ospiti della Città si schiereranno in attesa della cerimonia di Ostensione della Sacra Cintola dal pulpito di Donatello, prevista alle 22.45. Al corteggio storico, oltre alla sindaca di Prato Ilaria Bugetti, la Giunta e il Consiglio Comunale, come rappresentanze istituzionali saranno presenti le autorità civili e militari, le rappresentanze dei Comuni gemellati e legati da patti di amicizia, la Regione Toscana, la Provincia di Prato, il Comitato Costitutivo della Provincia di Prato e i Comuni ospiti del Corteggio. Al termine avrà luogo uno spettacolo di videomapping, spettacolari proiezioni sulla facciata del Duomo che saranno declinate al femminile.
Il Vescovo Diocesano e la Sindaca di Prato sono uniti in questa eccezionale celebrazione molto partecipata. Sono tre infatti le chiavi – due di proprietà del Comune ed una della Diocesi – che permettono l’apertura della preziosa custodia dove è conservata la cintola a testimoniare il carattere civile e religioso della festività che stringe la comunità pratese dando forza all’autonomia in campo religioso e civile rispetto alle vicine e potenti città toscane: Firenze e Pistoia. Oltre al termine del Corteggio Storico dell’8 settembre la Sacra Cintola viene esposta al pubblico altre quattro volte l’anno: Natale, Pasqua, 1° maggio e 15 agosto.
Il 7 e l’8 settembre, alle ore 16, sarà inoltre possibile partecipare a una visita guidata ai capolavori del Museo dell’Opera del Duomo legati alla reliquia mariana della Sacra Cintola, tra cui il Pulpito di Donatello e Michelozzo e la Capsella di Maso di Bartolomeo (costo: 10€ comprensivo di visita guidata e biglietto d’ingresso).
Info: www.pratoturismo.it