“Dipinti e disegni di antichi maestri dal XV al XIX secolo” da Bastianino a Guercino e Lanfranco a Bologna Palazzo Pepoli

“Dipinti e disegni di antichi maestri dal XV al XIX secolo” da Bastianino a Guercino e Lanfranco a Bologna Palazzo Pepoli

 Nei prestigiosi spazi di Casa Pepoli Bentivoglio nel cuore di Bologna (Via de’ Pepoli 6/E) inaugura sabato 9 novembre la tradizionale mostra autunnale organizzata dalla Galleria d’arte Fondantico di Tiziana Sassoli. Questo 31° Incontro con la pittura è un’occasione imperdibile per collezionisti, studiosi e appassionati per ammirare opere di notevole interesse storico e artistico eseguite da importanti maestri bolognesi e emiliani attivi tra la metà del Cinquecento e l’inizio dell’Ottocento.

Tra le testimonianze più antiche spicca la deliziosa tavola con l’Adorazione dei pastori realizzata attorno al 1565 da Sebastiano Filippi detto Bastianino, il più prolifico e ispirato decoratore della Ferrara di Alfonso II, nonché uno dei maggiori poeti del manierismo italiano. Al bolognese Giovanni Francesco Gessi appartengono due grandi dipinti che hanno per protagonisti una fanciulla intenta al lavoro e un piccolo amorino: sono parte di una serie che comprende altri due esemplari con soggetti simili appartenenti alla Pinacoteca di Bologna. Nello stesso museo nazionale sono conservati due frammenti della grande pala d’altare con l’Apparizione della Vergine a San Guglielmo eseguita entro il 1646 da Francesco Albani per la chiesa bolognese di Gesù e Maria a Porta Galliera: della tela, smembrata all’inizio dell’Ottocento, faceva parte anche il frammento “ritrovato” raffigurante la Madonna in gloria con cherubini presentato per la prima volta a Bologna in questa occasione. Opera esemplare della maturità di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, uno dei più grandi pittori del periodo barocco, è la tela “da stanza” con San Girolamo in preghiera, identificabile con uno dei due dipinti di analogo soggetto registrati nel Libro dei conti del centese e destinati a Girolamo Panessi (1648) e al conte di Novellara (1652).

Transitando nel secolo successivo incontriamo la serie di quattro tele con le Allegorie delle stagioni interpretate da vivaci bambini, opera di Giuseppe Marchesi soprannominato Sansone a causa della massiccia corporatura, e importanti testimonianze dell’arte dei fratelli Ubaldo e Gaetano Gandolfi, protagonisti della cultura pittorica del secondo Settecento italiano che anche grazie all’opera di valorizzazione svolta dalla Galleria Fondantico sono nell’ultimo decennio assai ricercati da collezionisti e musei di tutto il mondo. Di mano di Ubaldo è uno squisito olio su carta raffigurante il busto di un bambino con il capo volto verso il basso, tenera immagine concepita come uno studio dal vero; a Gaetano appartengono invece il fresco bozzetto per la grande tela con La continenza di Scipione (1784) custodita nel complesso di Santa Maria della Vita a Bologna e La Madonna col Bambino e i santi Giovanni, Anna e Giacomo Maggiore, modello preparatorio per il dipinto nella Galleria degli Uffizi di Firenze.

Di grande effetto è la serie di quattro ariosi Paesaggi del più importante temperista bolognese della seconda metà del XVIII secolo, Vincenzo Martinelli, che ebbe il merito di traghettare il paesaggismo locale dalle sognanti e scenografiche formule rococò degli artisti della generazione precedente verso la più moderna ‘veduta’ realistica, di cui Antonio Basoli sarebbe divenuto, di lì a poco, il più autorevole rappresentante. Di mano di quest’ultimo maestro, pittore e scenografo, è l’opera, straordinaria, che chiude la mostra, la tela raffigurante l’Interno della chiesa metropolitana di San Pietro, riprodotta nella Vedute pittoresche della città di Bologna del 1833. La mostra sarà accompagnata da un testo di presentazione del professor Daniele Benati.

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