Al Centro Italiano per la Fotografia Torino, scatti di Henri Cartier-Bresson  e le foto di Riccardo Moncalvo

Al Centro Italiano per la Fotografia Torino, scatti di Henri Cartier-Bresson  e le foto di Riccardo Moncalvo

Henri Cartier-Bresson,Siena, 1953© Fondation Henri Cartier-Bresson – Magnum Photos Henri

Dopo le mostre dedicate a due grandi maestri della fotografia italiana e internazionale come Tina Modotti e Mimmo Jodice, dal 14 febbraio 2025 con Henri Cartier-Bresson e l’Italia e Riccardo Moncalvo. Fotografie 1932-1990, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino inaugura il programma espositivo del 2025.

A cura di Clément Chéroux e Walter Guadagnini e accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore, Henri Cartier-Bresson e l’Italia è una mostra scandita cronologicamente dai viaggi di Cartier-Bresson attraverso la penisola da Nord a Sud, dall’effervescenza e profondità che il paesaggio soprattutto umano del nostro Paese è stato in grado di trasmettere al fotografo definito l’occhio del secolo, e dalla ricchezza delle testimonianze editoriali, capaci di raccontare tra giornali, riviste e libri, le tappe del rapporto tra il Maestro e l’Italia.

Realizzata in collaborazione conla Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi, l’esposizione si focalizza sui momenti cruciali della carriera del fotografo a partire dagli anni Trenta: è proprio nel corso di questo primo viaggio che l’ancora giovanissimo artista acquisisce nuove consapevolezze sulla sua carriera e definisce la cifra stilistica che lo renderà riconoscibile in tutto il mondo.

Nel 1932, Cartier-Bresson visita l’Italia per la prima volta, definendo alcune tematiche che caratterizzeranno tutta la sua produzione come la straordinaria gestione dello spazio dell’immagine, il rapporto tra realtà e finzione, la capacità di cogliere l’istante. Al suo ritorno in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale, in qualità di fotoreporter, realizza servizi per diverse testate internazionali chedocumentano non solo il disagio e le criticità del contesto sociale meridionale, ma anche le straordinarie tradizioni e le novità introdotte dalla riforma agraria. Nello stesso periodo si sposta tra Roma, Napoli e Venezia, fotografando la vita quotidiana delle città e ritraendo gli intellettuali dell’epoca.

Infine, si giunge agli anni Settanta, durante i quali Cartier-Bresson si focalizza sul rapporto tra uomo e macchina e sull’industrializzazione in particolare del Sud del Paese: sono di quegli anni i servizi sullo stabilimento Olivetti di Pozzuoli e su quello dell’Alfa Romeo di Pomigliano d’Arco.

Riccardo Moncalvo, Tricentenario miracolo, Monte dei cappuccini, 1938, Archivio Riccardo Moncalvo

Sempre dal 14 febbraio 2025, la Project Room di CAMERA ospita l’esposizione Riccardo Moncalvo.Fotografie 1932-1990. L’importante fotografo torinese(Torino, 1915 – 2008) inizia ad approcciarsi al mezzo fotografico ad appena 13 anni, seguendo le orme del padre, titolare dell’atelier di Fotografia Artistica e Industriale, e diventa molto presto socio della Società Fotografica Subalpina.

Negli anni tra le due guerre, le fotografie di Moncalvo iniziano ad apparire su importanti riviste di settore e il fotografo diventa uno dei primi in Italia a produrre stampe professionali a colori. La mostra di CAMERA raccoglie 60 stampe vintage, provenienti dall’Archivio Riccardo Moncalvo e da collezioni private, in bianco e nero e a colori, che ripercorrono quasi 60 anni di storia. L’esposizione e il relativo catalogo sono a cura di Barbara Bergaglio con testi della curatrice, di Walter Guadagnini e di Andrea Tinterri.

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