Nell’ambito del rebranding dell’intera gamma succhi, e in concomitanza con la campagna “You are the Skipper”, il brand Skipper lancia il progetto “Storie di Skipper”, scegliendo di dare voce a 5 storie d’innovazione tutte italiane, fatte di unione, imprenditoria, sostenibilità e coraggio. 5 storie 100% naturali, proprio come la nuova formula Skipper, di ispirazione per una generazione di giovani che – in linea con i valori del brand- ogni giorno sceglie di far parte del cambiamento per guardare a un futuro migliore, seguendo al 100% la propria natura e i propri sogni, nel rispetto degli altri.
Dalle vernici Airlite che purificano l’aria, alle sneakers ID.Eight totalmente green prodotte con gli scarti della frutta, dalla piattaforma Gamindo che converte il gaming in beneficienza, all’architettura fatta con gli scarti del riso di Ricehouse, fino ad arrivare ai maglioni genderless di WUULS che mantengono in vita l’antica e dimenticata tradizione della lavorazione della lana delle pecore abruzzesi: sono start-up audaci che non conoscono confini, fondate da persone che credono nella forza del cambiamento e che per queste ragioni sono state scelte come prime protagoniste delle “STORIE DI SKIPPER”, il nuovo progetto lanciato dal brand del Gruppo Zuegg, che si fa promotore di un nuovo modo di vivere, inclusivo, sostenibile e 100% naturale.
Skipper intende dare voce, attraverso il nuovo progetto, a una generazione naturalmente libera di essere parte del cambiamento e che abbia il coraggio di ridefinire le regole del gioco, una generazione consapevole che le scelte fatte oggi determineranno un domani migliore. È così che il brand ha deciso di raccontare, attraverso la voce di persone che ne condividono i valori, 5 storie di innovazione «100% naturali», proprio come gli ingredienti dei succhi Skipper.
Seppur molto diverse fra loro, si tratta di storie di imprenditori audaci ed appassionati, accomunati dal desiderio di apportare una trasformazione personale, culturale e sociale, in grado di guardare al futuro attraverso la libertà di poter seguire la propria natura e i propri sogni, nel pieno rispetto di tutti, per creare un mondo più sostenibile e inclusivo, perfettamente in linea con i valori di Skipper.
A partire dal 14 giugno i canali social di Skipper diventeranno un amplificatore di messaggi importanti, che i 5 ambassador diffonderanno attraverso delle video-interviste divertenti, costruttive ed emozionali, che saranno d’ispirazione per una generazione al timone che segue la propria natura per essere gli Skipper del cambiamento.
WUUL Sè una start-up di maglieria sostenibile orientata all’economia circolare che nasce nel 2019 dall’idea di 2 fratelli giovanissimi, Emanuela Picchini (26 anni) e Francesco Picchini (24 anni), che hanno deciso di recuperare un’antica e dimenticata tradizione del loro territorio: la lavorazione della lana delle pecore abruzzesi per farne una linea di maglioni genderless senza tempo e di tendenza. Oggi il team è cresciuto insieme a Gabriele Core (27 anni), amico d’infanzia e a Valentino Grossi (29 anni), ingegnere industriale ed è la dimostrazione del fatto che l’unione – delle diverse competenze, delle visioni e delle idee – rappresenta quella forza propulsiva in grado di apportare un reale e naturale cambiamento. Sin dal principio WUULS ha inoltre scelto di rendere parte integrante della propria offerta strategica la valorizzazione delle terre del Parco Nazionale del Gran Sasso: il 5% dei guadagni della startup vengono infatti devoluti alla sistemazione e riqualificazione del “corridoio di pascolo” presente all’interno del Parco e a progetti di salvaguardia dell’Orso Marsicano, legando così un progetto di sviluppo economico sostenibile, al territorio di provenienza e alla riqualificazione turistica e naturalistica della propria terra di origine. «Circa l’80% dell’impatto di un prodotto è determinato durante la fase di progettazione: noi credevamo fortemente nell’idea di poter raccontare una storia diversa rilanciando una tradizione antica in un’ottica completamente sostenibile. Per realizzare i nostri prodotti utilizziamo lane del Parco Nazionale del Gran Sasso e le tingiamo al vegetale che è la cosa che più ci caratterizza. Ci impegniamo a realizzare prodotti belli e durevoli, realizzati con cura. Nella nostra filiera interamente Made in Italy teniamo conto dell’ambiente e delle persone che lavorano accanto a noi ed è per questo che ci piace definirci “More Than Just a Brand”, perché in realtà vogliamo far parte del cambiamento ridefinendo le regole del gioco della moda». www.wuuls.org
AIRLITE L’idea che sta alla base di Airlite – la pittura con il minor impatto ambientale di tutto il settore in grado di eliminare le sostanze tossiche dall’aria che respiriamo – nasce da un’intuizione di Massimo Bernardoni, co-fondatore insieme ad Antonio Cianci di questa ormai ex start-up innovativa. Dopo anni di studio, varie fasi sperimentali e senza mai scoraggiarsi, Massimo sviluppa una nuova tecnologia al 100% naturale che si applica come una pittura, deposita quindi i brevetti e sviluppa le applicazioni della sua scoperta. Nel 2010, all’Expo di Shangai, arriva l’incontro con Antonio, che rimane decisamente colpito dal progetto di studio di Massimo e decide di supportarlo diventando il suo “angel investor”. Insieme sono riusciti a ridisegnare completamente il concetto di pittura, facendola essere un prodotto altamente sostenibile e il più naturale possibile. Airlite è la prima tecnologia pensata e realizzata esclusivamente per prendersi cura delle persone e degli altri esseri viventi all’interno e all’esterno delle loro abitazioni, dei loro luoghi di lavoro e di svago. Per pulire l’aria utilizza lo stesso principio usato dalla natura. Così come dopo un temporale, l’elettricità naturale genera gli ioni che puliscono l’aria (l’aria serena dopo la tempesta) così Airlite genera naturalmente degli ioni negativi sulla superficie dove è applicata. Quando tocca la superficie, l’aria viene purificata in modo naturale. Per capire quanto questa pittura riesca a contrastare l’impatto ambientale, basti pensare che dipingere una superficie di 100 m2 con Airlite riduce l’inquinamento dell’aria al pari di un’area di 100 m2 coperta da alberi ad alto fusto: lo stesso effetto di un bosco. «Airlite rappresenta una prima generazione di prodotti che hanno sviluppato un’attenzione nei confronti dell’ambiente, in tanti anni di duro studio e lavoro abbiamo dato vita a nuove tecnologie che hanno il minimo impatto ambientale e che allo stesso tempo possono migliorare la qualità della vita delle persone. Una delle immagini che spesso utilizziamo per descriverci è quella in cui la nostra azienda oggi esce dalle calme acque del porto e si avventura in mare aperto: sappiamo che la rotta è difficile, armeggiati in porto sono tutti capitani, ma quando scegli di entrare in mare o sei capace oppure affondi. Noi siamo orgogliosi di essere tra i primi ad aver abbracciato questa filosofia, perché abbiamo sempre creduto in un cambiamento concretamente sostenibile e speriamo che in futuro questa attenzione venga applicata in più ambiti possibili per la tutela del mondo che ci ospita». www.airlite.com
ID.EIGHT- La product manager Giuliana Borzillo (33 anni) e lo stilista di scarpe Dong Seon Lee (42 anni) sono una coppia creativa molto affiatata sia nella vita personale che in quella professionale. Lei di origini napoletane, lui coreano, si incontrano per caso al Micam di Milano, ignari di aver condiviso il medesimo percorso formativo presso il Polimoda di Firenze. Da questo incontro Dong rimane folgorato e capisce sin da subito che Giuliana diventerà la sua compagna per la vita. Insieme, nel 2019, fondano ID.Eight, sneakers dal design ricercato e allo stesso tempo sostenibili, realizzate con residui e scarti della frutta non commestibili, dove ID sta per identità, coerenza, visione chiara del mondo ed Eight, come otto, rappresenta il numero della circolarità e dell’infinito. Un omaggio alla natura e ad uno stile di vita più responsabile ed etico. Nella storia delle eco sneakers di Giuliana Borzillo e Dong Lee c’è un’incredibile voglia di cambiamento, c’è il Made in Italy, un po’ di Corea, ci son le bucce delle mele, gli scarti dell’uva e quelli delle foglie d’ananas. Il progetto nasce da un’idea di Giuliana, che si era resa conto dell’assenza all’interno del settore calzaturiero di una scarpa che fosse al contempo bella e realmente green, e con il supporto di Dong è stato possibile dare il via a una lunga ricerca, che li ha portati a scegliere materiali di recupero in un’ottica di economia circolare. “Con ID.Eight volevamo rivoluzionare il mercato delle sneakers apportando un cambiamento significato per la tutela del nostro ambiente. Abbiamo iniziato a collaborare sin da subito con aziende italiane che creano materiali tessili dagli scarti dell’industria alimentare: bucce di mele, foglie di ananas e raspi di uva. Questi vengono essiccati e trasformati in un biopolimero che viene spalmato su cotone, diventando un materiale morbido al tatto e perfetto per essere utilizzato in una calzatura. Inoltre, per rafforzare il nostro messaggio, in ogni scatola di scarpe abbiamo inserito una bomba di semi, una pallina di terra e semi di fiori ricoperta di argilla. Volevamo fare un gesto in linea con il nostro progetto, che contribuisse alla riforestazione del pianeta ma che contemporaneamente fosse concreto e responsabilizzasse il cliente al fine di promuovere un cambiamento realmente possibile”. www.id-eight.com
RICEHOUSE. L’organizzazione della filiera delle materie seconde della coltivazione del riso diventano nuovi materiali per un’edilizia sana e un nuovo modo etico e tecnologicamente avanzato impegnato a far tornare la casa ad essere un nuovo organismo vivente: è questa la mission di Ricehouse, realtà imprenditoriale nata dall’esperienza dell’architetto Tiziana Monterisi, co-fondatrice e CEO dell’azienda, che si focalizza sul tema della valorizzazione dei prodotti secondari della coltivazione del riso e si configura come un veicolo di innovazione, con un elevato grado di sostenibilità, ponendosi come obiettivo principale la commercializzazione di nuovi materiali 100% naturali. Dal 2020 Ricehouse è inoltre diventata una società benefit, evoluzione del concetto stesso di azienda, che integra nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. Tiziana si definisce una “nativa ecologica” e da oltre 20 anni promuove un’architettura rigenerativa e sostenibile, in grado di determinare un cambiamento per le persone e per il Pianeta. A segnare il suo percorso ci sono due importanti incontri, che la portano ad abbandonare completamente i materiali petrolchimici: il primo con Michelangelo Pistoletto, che l’ha introdotta nel mondo della sua “arte per una trasformazione sociale responsabile”, spingendola ad indagarsi su quale fosse il ruolo dell’architettura all’interno di questa stessa trasformazione; il secondo con l’architetto Werner Schmidt, che l’ha ispirata con i progetti delle sue case di paglia. «Ricehouse nasce dalla necessità di voler promuovere un’architettura rigenerativa e sostenibile, in grado di determinare un importante cambiamento culturale attraverso un forte impatto sociale ed ambientale. Ci basiamo su un modello di economia circolare, che parte dalla natura per arrivare all’architettura, senza produrre rifiuti, ponendo l’uomo al centro di un processo industriale il più possibile sostenibile. E promuoviamo una filiera a ciclo chiuso che dagli scarti dell’agricoltura possa far ripartire una nuova architettura responsabile e sensibile, che non cementifica, attenta all’uomo e all’ambiente in cui viviamo».www.ricehouse.it
GAMINDO è una piattaforma che permette di convertire il tempo speso sui videogiochi in donazioni a enti non profit. Nasce dall’idea sviluppata nella tesi di laurea in Economia di Nicolò Santin (29 anni), che ha poi convinto l’amico Matteo Albrizio, ingegnere aerospaziale (30 anni), a dimettersi dal suo lavoro e a fondare insieme la società, a Treviso, grazie anche al contributo di un primo business angel e di un grant. Il progetto riscuote subito incoraggianti apprezzamenti e piace anche a Plug and Play, che la seleziona per un periodo di tre mesi di accelerazione nella Silicon Valley. Funziona così: l’accesso alla piattaforma è completamente gratuito, basta giocare per accumulare gemme del valore di 1 centesimo l’una, che hanno un valore economico e possono essere donate in beneficenza agli enti non profit presenti nella piattaforma. Il loro valore è dato dagli investimenti pubblicitari delle aziende che scelgono Gamindo per promuoversi affidando loro l’ideazione e la realizzazione di giochi brandizzati. È un modello di business digitale in cui alla fine si crea valore per tutti, le persone possono divertirsi e donare senza spendere, le aziende possono promuoversi in modo innovativo e ad alto impatto sociale, e gli enti non profit possono raccogliere fondi senza costi sensibilizzandole persone alle proprie cause sociali. «Gamindo non è solo la realizzazione di un’idea, ma anche di un sogno. Siamo solo all’inizio della nostra avventura, ma non abbiamo mai esitato a seguire la nostra natura. Stiamo facendo qualcosa che ci piace tantissimo e questo ci spinge a lavorare giorno e notte senza problemi, con l’obiettivo di farci conoscere anche oltre i confini nazionali. Siamo giovani, ma fortemente motivati e speriamo davvero di riuscire a rivoluzionare il mondo della beneficenza attraverso una piattaforma che abbia un impatto sociale sempre più significativo. Il nostro Paese non è famoso a livello mondiale per la tecnologia, siamo conosciuti per il cibo, le auto, la moda e l’arte, ma crediamo fortemente che si debba continuare a valorizzare questi settori provando ad esplorarne anche di nuovi». www.gamindo.com