A Luigi Salomone del ristorante Re Santi e Leoni il premio Cuoco Emergente

A Luigi Salomone del ristorante Re Santi e Leoni il premio Cuoco Emergente

LUIGI SALOMONE credits Graphicmana

Oggi, in occasione della presentazione della Guida Ristoranti d’Italia 2022 del Gambero Rosso, lo Chef del ristorante di Nola, è stato insignito del premio “Cuoco Emergente” a riprova della passione e della determinazione che caratterizzano ogni giorno il suo lavoro in cucina, sempre supportato   dall’imprenditore e proprietario Lucio Giordano e da tutto lo staff.  Per l’occasione lo chef Salomone e la sua brigata cucineranno un piatto durante la cena Tre Forchette, che si terrà in seguito alla manifestazione.

 Una nuova soddisfazione quella del premio del Gambero Rosso, ad un anno esatto dal conseguimento della stella Michelin, un nuovo traguardo per Luigi Salomone, resident chef dell’insegna gastronomica nata nel giugno 2020 da un’idea di speranza dopo il periodo buio del lockdown.

La sinergia tra lo chef Luigi Salomone e Lucio Giordano ha permesso fin dall’inizio di far vivere questa avventura, sorta nel cuore della ridente cittadina di Nola, facendola così riconoscere come un “place to be” della realtà del fine dining campano;  uno scenario in ascesa, in un contesto territoriale poco frequentato, che negli ultimi anni ha presentato casi eccellenti nel mondo gastronomico scardinando vecchi preconcetti e portando una ventata di creatività e personalità nella cucina nazionale e internazionale.

Luigi non è solo: a dargli sostegno c’è un gruppo di sei persone, la sua brigata di cucina. Vincenzo Oliva , il sous chef, lavora a fianco di Luigi da otto anni: il suo è un bagaglio ricco, fatto di esperienze importanti come quella di tre anni al ristorante Marennà di Feudi di San Gregorio di Sorbo Serpico e altri tre al ristorantePiazzetta Milù.

Gli altri quattro sono ragazzi di grande supporto con i quali lavora da tre anni. In sala invece troviamo la Restaurant Manager Silvana di Domenico e il Sommelier Michele Beneduce, appassionato da sempre al mondo della ristorazione e del vino tanto da prendere il Diploma di Sommelier con L’A.I.S (Associazione Italiana Sommelier) e un Diploma di degustatore nazionale di grappe e distillati (A.N.A.G).

La cucina e la sua brigata insieme alla sala e al suo servizio, rappresentano per Luigi e il ristorante, un legame fondamentale che deve sempre lavorare di pari passo affinché il cliente possa gustare al meglio l’intera esperienza.

 Al suo interno, lo chef Luigi Salomone presenta una proposta gastronomica che pone alla base di ogni ricetta la tradizione, la sua conoscenza e la contaminazione: l’obiettivo è la riconoscibilità di ogni ingrediente che deve rappresentare nel piatto un concetto nitido in cui non manca mai un tocco di acidità. Tutte è legato a un ricordo, un’esperienza, un viaggio, un sapore del territorio conservato nella memoria dello chef e che oggi grazie alle tecniche e alle conoscenze acquisite, ha saputo riproporre nei suoi piatti.

 “La mia è una cucina semplice, che si pone lo scopo di esaltare ogni materia utilizzata. Passione e professionalità sono stati i due elementi che in questo progetto mi hanno permesso di dare il meglio. Re Santi e Leoni racconta la storia di un territorio ricco e che ha molto da offrire in termini gastronomici e ringrazio Lucio Giordano per aver creduto in me. Questo secondo riconoscimento, nel giro di poco tempo, è un traguardo che dà molta soddisfazione a tutti noi.” afferma lo chef Luigi Salomone.

 IL MENU AUTUNNALE

 Un nuovo menu, quello in carta da Re Santi e Leoni, una proposta che sa di autunno, di sapori e profumi che si ripropongono dopo mesi di letargo, tanti ingredienti classici di stagione mixati a nuovi prodotti, sperimentati insieme per dare spazio alla creatività.

Quello che non manca mai è il rispetto del territorio in ogni suo elemento, così come i ricordi che si trasformano all’interno del piatto. È il caso per esempio di un antipasto Uovo, pane, cipolla e tartufo la cui fonte d’ispirazione è una frase detta spesso della nonna di Luigi “Ai miei tempi si lavorava la terra e si mangiava pane e cipolle”: ed ecco una versione rivisitata con una spuma di mozzarella che rappresenta la parte grassa e il tocco acido; un lavoro di concentrazione sulla cipolla, cotta al forno, caramellata in padella e centrifugata per ottenere un caramello di cipolla intenso; un uovo cotto a bassa temperatura e un disco di pane cafone (“quello del giorno prima”) con purè di patate, caviale di aringa e tartufo.

E poi un primo. Pasta e ceci, totani, alghe e limone che nasce pensando a un termine del dialetto napoletano “ammesca francesca” che rappresenta una mescolanza di cose che non c’entrano l’una con l’altra: in questo caso si riallaccia alla pasta mista che oggi grazie al lavoro dei pastai gragnanesi è possibile avere in tanti formati diversi con un’unica cottura.

Il piatto si presenta con un brodo di totani arrostiti, brodo di ceci, totano scottato, tanta polvere di alghe e limone. Un piatto fumante che al naso regala un profumo iodato con un retrogusto tostato.

Enogastronomia Eventi e cultura Notizie